LA CARIE: come si sviluppa, cosa comporta e come prevenirla.
Sono sempre di più i pazienti che mi chiedono informazioni circa la patologia cariosa e la sua prevenzione. Negli ultimi anni infatti la salute orale e la sua tutela stanno diventando un argomento di sempre maggior interesse nella popolazione.
La carie è provocata dai batteri presenti nel cavo orale che si nutrono degli zuccheri introdotti con la dieta producendo metaboliti acidi ad azione corrosiva sui tessuti duri del dente.
Mi spiego meglio.
Il primo tessuto duro ad essere attaccato è quello più esterno del dente ovvero lo smalto il cui grado di mineralizzazione conferisce al dente il tipico colore bianco nelle sue varie sfumature.
In questa fase la carie può essere diagnosticata solo durante una visita dal dentista. Lo smalto infatti non contiene alcuna terminazione nervosa per cui i batteri della carie possono agire indisturbati.
Se non trattata in questa prima fase la carie va a disgregare lo smalto aprendosi così la strada per gli strati sottostanti, costituiti dalla dentina.
Se non trattata nemmeno in questa fase anche la dentina va incontro a demineralizzazione e così la carie si fa strada sempre più verso il cuore del dente costituito dalla polpa dentaria. Essa a differenza di smalto e dentina non è mineralizzata poichè composta principalmente da vasi sanguigni (che servono per apportare nutrimento al dente) e da terminazioni nervose (che conferiscono al dente la sensibilità agli stimoli termici e tattili).
La polpa dentaria emana delle propaggini all’interno della dentina. Ciò fa si che un dente possa cominciare a sensibilizzarsi già quando la carie si trova nei pressi della dentina stessa.
Quando i batteri della carie arrivano in prossimità del nervo il nostro sistema immunitario si mette in movimento sviluppando una reazione infiammatoria, la stessa identica che si verifica negli altri nostri organi quando sono attaccati dai batteri.
La sensibilità accentuata di un dente altro è un messaggio che viene mandato al nostro cervello, del tipo:“C’E’ UN PROBLEMA A QUESTO DENTE, BISOGNA INTERVENIRE!”.
Se nemmeno in questa fase si interviene la sensibilità aumenterà sempre di più fino a trasformarsi in un vero e proprio dolore: esso, a volte lancinante, rappresenta sempre un messaggio del dente che ci informa che la situazione si sta aggravando, spesso in maniera irreversibile.
Il dolore quindi può evolvere seguendo due vie: aumenta all’inverosimile ed allora si è costretti a recarsi dal dentista per farlo cessare oppure può capitare che cessi all’improvviso, magari dopo aver preso un antidolorifico.
ATTENZIONE!
Ciò non significa che il problema si sia risolto spontaneamente, semplicemente il fascio vascolo-nervoso è andato incontro ad uno strozzamento a causa del suo eccessivo rigonfiamento per l’importante afflusso sanguigno legato al processo infiammatorio. In parole povere il dente si è “suicidato”.
Anche in questo caso occorre farsi visitare dal dentista perchè la polpa dentaria ormai andata in necrosi degraderà e compariranno altre famiglie di batteri che saranno poi causa di ascesso (tipico rigonfiamento della relativa porzione di cute limitrofa al dente in questione).
Dopo questa descrizione della carie possiamo quindi affermare che ci sono due livelli di prevenzione.
Il primo livello è la PREVENZIONE PRIMARIA.
Essa consiste in due fondamentali regole da seguire:
– Igiene orale domiciliare quotidiana. E’ necessario effettuarla ogni giorno dopo colazione, pranzo e cena mediante lo spazzolino (manuale o elettrico), un buon dentifricio anti-carie e l’utilizzo del filo interdentale o dello scovolino.
– Igiene orale professionale. Va effettuata ogni 6 mesi recandosi presso il proprio Studio Odontoiatrico di fiducia.
Il secondo livello è la PREVENZIONE SECONDARIA.
Consiste nel trattare i processi cariosi, diagnosticati magari durante una seduta di igiene orale professionale, nei loro stadi iniziali, quando sono piccoli e superficiali senza aspettare che il dente cominci a sensibilizzarsi o proprio a fare male, perchè ricorda:
la carie è subdola, agisce in maniera silenziosa e quando comincia a dare fastidio potrebbe essere troppo tardi!
Dott. Mario Pirani